Sempre di più ci si interroga sugli effetti a lungo termine che le onde elettromagnetiche hanno sul nostro organismo.
Stiamo entrando nell’ennesima svolta tecnologica , quella che abiliterà l’Internet Things, cioè la rete mobile 5G e già si discute in maniera, anche molto animata, sugli effetti collaterali che può provocare.
Come sempre accade durante l’introduzione di nuove tecnologie, insieme all’enfasi e i benefici nelle applicazioni quotidiane, nascono timori legati ai rischi per la nostra salute.
E’ così che nascono anche le teorie più assurde, dai complotti pilotati dalle multinazionali al fatto che sono tecnologie non testate scientificamente.


Creare inutili allarmismi rende ancora più caotica l’interpretazione della verità anche perché non esistono prove certe ( e quindi dimostrate scientificamente ) di danni sulla salute umana causate dalla rete mobile di ultima generazione.
Tuttavia se da un lato la scienza è già in grado di escludere effetti dannosi e scenari stile apocalisse, è altrettanto vero che questi studi sono piuttosto recenti e basati su un periodo di studio breve e non a lungo termine eseguiti su vaste popolazioni.
Il primo elemento ricordato da chi alimenta i timori per la rete 5G è la frequenza delle onde elettromagnetiche impiegate, più elevata rispetto alle tecnologie precedenti e che arriva fino alle decine di gigahertz (GHz), che corrispondono cioè a lunghezze d’onda dell’ordine del millimetro o poco inferiori.

Dato che ciascun fotone trasporta energia in quantità direttamente proporzionale alla propria frequenza, diverse persone  ne approfittano per prevedere degli effetti collaterali “non identificati”…
Accanto a questo, le onde impiegate dal 5G hanno una minore capacità rispetto alle tecnologie precedenti di penetrare attraverso l’aria, la vegetazione e le pareti degli edifici, richiedendo una  elevata densità urbana di ripetitori.
Ciò porterebbe le persone a vivere a pochi metri da una antenna, e questa vicinanza sembra il motivo di forti preoccupazioni nonché di lotte di quartiere per installare le antenne più lontano possibile dalla propria abitazione.
Infine, citando alcuni studi scientifici recenti, c’è chi sostiene che le onde elettromagnetiche proprie della rete 5G possano indurre più facilmente modifiche nello sviluppo di alcuni batteri, rendendoli magari antibiotico resistenti.
Ovviamente fonti spesso inventate e non attendibili!


Il primo elemento da tenere presente quando si valuta un rischio dovuto a onde elettromagnetiche è che l’effetto dipende dall’intensità dell’onda, ossia dall’energia trasportata per unità di tempo e di superficie. Non ha alcun senso, infatti, sostenere che le frequenze del 5G siano pericolose perché “sono anche quelle utilizzate da certi tipi di armi”, dal momento che per la rete di telecomunicazioni si tratta di intensità estremamente basse. Il fatto che la capacità di penetrazione sia inferiore, inoltre, vale anche per i tessuti biologici, e ciò significa che gli effetti (qualunque essi siano) restano confinati nello strato più superficiale della nostra pelle.


Non vogliamo entrare ulteriormente nel ridicolo in quanto ciò che si legge è davvero dell’incredibile!
L’altro elemento su cui riflettere è che, se da un lato scarseggiano a livello mondiale le pubblicazioni sul tema da parte delle grandi riviste scientifiche , quasi tutto ciò che si trova online a proposito di rischi, danni e pericolosità del 5G proviene da fonti già note per essere sostenitrici di pseudoscienze, oppure da siti con un evidente tornaconto economico.
Le bufale sono sempre dietro l’angolo…

diadora rete 5g
Eppure non è la prima volta che si moltiplicano i timori per i presunti effetti biologici delle reti di telecomunicazione. Erano gli anni Ottanta quando, all’arrivo sul mercato dei primi cellulari, emersero i pionieri della demonizzazione dei telefonini. Eppure abbiamo passato la fase dell’1G, del 2G, del 3G e pure del 4G, abbiamo affrontato la tecnologia wi-fi.
Anche del microonde si diceva la stessa cosa, ma…


La cosa più intelligente da fare è vivere con la testa, cercando di non farci abbindolare da inutili teorie pseodo-complottistiche da fine del mondo…
Anche perché non doveva finire il 21 dicembre 2012?