L'osteoporosi provoca la progressiva perdita di massa ossea, con conseguente fragilità dell’apparato scheletrico che diviene così soggetto a fratture.

Partiamo innanzitutto dalla distinzione fondamentale tra le due forme in cui tale malattia può svilupparsi: si parla di forma primitiva o secondaria.

L’osteoporosi cosiddetta primitiva è la più frequente e si manifesta negli anziani e nelle donne in post-menopausa. La causa scatenante è proprio legata all’età, alle modifiche che il tempo apporta al corpo e all’organismo. Difatti, il rinnovamento del tessuto osseo è regolato proprio da elementi come paratormone, calcitonina, estrogeni (ma anche androgeni) vitamina D e non solo, che tendono a diminuire con il passare degli anni, richiedendone, se necessario, l’assunzione in forma diretta.
È importante però fare riferimento anche a un altro tipo di osteoporosi, quella secondaria. Quest’ ultima può riguardare più ampie fasce d’età poiché connessa ad altre patologie (spesso collegate a problemi di malassorbimento) o all’uso protratto di alcuni farmaci in grado di contribuire alla perdita della massa ossea, ad esempio corticosteroidi, immunosoppressori e ormoni tiroidei.

Parliamo di una malattia piuttosto silente, la cui sintomatologia viene spesso trascurata o confusa, ma che è importante comprendere e prevenire.
Quante volte le nostre mamme ci hanno ripetuto di bere il latte a colazione per assumere il calcio necessario a mantenerci forti ed energici?
Il principio non è sbagliato, ha solo bisogno di essere approfondito. Per una corretta dieta che scongiuri l’arrivo dell’osteoporosi sì al consumo di latticini e quindi latte, formaggi (meglio se stagionati, poiché, a parità di peso, contengono un maggior quantitativo di calcio rispetto a quelli freschi) e yogurt, ma non dimentichiamoci che il calcio è contenuto in tantissimi altri prodotti presenti sulla nostra tavola: pesce azzurro, legumi quali fagioli e ceci, verdure, frutta secca e persino nelle acque minerali di tipo bicarbonato-calciche.